Fibromialgia e medicina naturale

La fibromialgia ( FM o Sindrome di Atlante ) è una forma comune di dolore muscolo-scheletrico diffuso e di affaticamento. Interessa principalmente i muscoli e le loro inserzioni sulle ossa. NON è una forma di artrite, e dunque non provoca deformità a carico delle articolazioni. Ciò che caratterizza questa sindrome è innanzitutto il dolore in tutto il corpo, che assume, nelle parole dei pazienti, i più diversi connotati: bruciore, rigidità, contrattura, tensione.

Un disagio che spesso varia in relazione ai vari movimenti della giornata, all’attività che si sta svolgendo, alle condizioni atmosferiche ed al livello di stress. Un attento esame dell’apparato muscolo-scheletrico di queste persone rivela la presenza di aree dolenti in sedi specifiche (tender points). Circa il 90% dei pazienti affetti dalla sindrome fibromialgica riferisce affaticamento e disturbi del sonno; sono anche presenti mutamenti nel tono dell’umore ed un variegato ventaglio di altri disturbi come la cefalea (per lo più di tipo tensivo), rigidità mattutina (specie al collo ed alle spalle), stitichezza alternata a scariche diarroiche, sensazione di gonfiore alle mani, dolori al torace, difficoltà a concentrarsi o ad eseguire semplici elaborazioni mentali, ansia, depressione, alterazioni della sensibilità agli stimoli, diminuzione della forza muscolare di mani e braccia, disturbi urinari (cistite interstiziale), crampi notturni, tremore, disfunzione dell’articolazione temporo-mandibolare, alterazioni dell’equilibrio, alterazioni delle unghie (ispessimento e fragilità), digestione difficile e difficoltà a deglutire, secchezza della bocca, della pelle e degli occhi, fotofobia ed intolleranza a vari alimenti.

Un recente studio ha dimostrato la presenza di un'alterazione a livello anatomico: un'eccessiva innervazione nelle mani, che riguarda i nervi addetti alla regolazione (apertura e chiusura), causata da shunt artero-venosi locali (rilevante malformazione artero-venosa). In particolare rimangono eccessivamente aperti, impedendo una corretta perfusione ai tessuti. Di conseguenza si ha ipossia, e quindi dolore, riduzione della forza muscolare e alterata regolazione della termoregolazione. Infatti il freddo è una delle componenti più dannose e dolorose per il paziente.

L'iperattività simpatica si traduce in particolare in alterazioni della microcircolazione periferica e centrale, come l'alterata distribuzione dei capillari a livello del tessuto muscolare, con ipervascolarizzazione dei tender points, presenza del fenomeno di Raynaud, alterazioni del flusso cerebrale con diminuzione del flusso in particolari aree cerebrali (nucleo caudato e talamo) responsabili della trasmissione e della modulazione del dolore.

Aspetto peculiare di questa condizione è che la diagnosi non si basa su qualche specifico test di laboratorio o radiologico, ma dipende essenzialmente dai disturbi che il paziente riferisce. Gli indici di infiammazione corporea risultano spesso nella norma. Negli ultimi anni gli studi hanno dimostrato che certi sintomi, come il dolore muscolo-scheletrico diffuso, nonché la presenza di specifiche zone che risultano doloranti alla pressione, sono presenti nella sindrome fibromialgica e non negli individui affetti da altre patologie reumatiche dolorose. La non-risposta ai comuni antidolorifici, nonché il carattere "migrante" dei dolori, sono peculiari della fibromialgia.
Insorge prevalentemente nelle persone di sesso femminile in età adulta (dalla seconda alla quinta decade, con picchi verso i 25-35 e 45-55 anni), anche se non sono rari casi di fibromialgia in età pediatrica o durante l'adolescenza).

Spesso la diagnosi arriva tardivamente e dopo molti controlli medici, in quanto spesso viene mal interpretata. Il dolore, l'affaticabilità, le difficoltà funzionali dovute ai sintomi possono portare la persona affetta da questa patologia ad un isolamento dalla vita lavorativa, di gruppo e affettiva, anche in quanto spesso erroneamente valutata come "ipocondriaca" o esagerata nel focalizzare i sintomi. La fibromialgia può non essere diagnosticata nel 75% delle persone affette.
Non sono ancora note le cause all’origine della sindrome fibromialgica. Numerosi i fattori chiamati volta per volta in gioco: eventi stressanti (lutto, separazione coniugale, trauma fisico, trauma psichico), alterazioni dei neurotrasmettitori del Sistema Nervoso Centrale, squilibri ormonali, una spiccata vulnerabilità dei muscoli ai microtraumi ripetuti, anomalie nei meccanismi che governano la percezione del dolore. Di certo, la fibromialgia tende a peggiorare in concomitanza con gli eventi emotivamente stressanti, il superlavoro, la carenza di sonno, il forte rumore ambientale, il freddo e l’umidità, le repentine variazioni di temperatura ed il periodo pre-mestruale.

La terapia farmacologica si basa sull’uso di uno dei più recenti inibitori selettivi del reutpake della serotonina (SSRI, paroxetina o sertralina), da assumere al mattino, in associazione alla ciclobenzaprina, da assumere in unica dose serale. Da ricordare l’importanza dei Sali di magnesio che rivestono un ruolo essenziale nel metabolismo muscolare: ma attenzione poiché non tutti i prodotti in commercio sono ugualmente efficaci in quanto alcuni hanno uno scarso assorbimento. Sempre meglio farsi consigliare dal medico o dal farmacista circa la formulazione più adatta. Altri farmaci correntemente utilizzati sono gli antiepilettici (come il gabapentin od il suo derivato pregabalin), gli analgesici centrali (tramadolo e codeina con paracetamolo) ed alcuni antiparkinsoniani.
E’ utilissima ed altamente consigliabile la terapia di rilassamento muscolare profondo, basata su tecniche di derivazione psicologica che inducono il rilassamento muscolare riducendo l’iperattività muscolare.

Le terapie fisiche (TENS, ionoforesi, termoterapia, ecc.) vengono spesso consigliate ai pazienti con FM: a parte la TENS che risulta efficace fino al 70% dei casi, nessuna altra terapia fisica ha dimostrato risultati superiori al placebo. Per quanto riguarda il massaggio, è stato utilizzato in pochi studi: è comunque comune esperienza dei pazienti con FM che il massaggio può fare peggiorare nettamente la sintomatologia. Anzi si può affermare che, in generale, qualora un paziente trattato con massaggio per una contrattura muscolare riferisca un peggioramento dei sintomi si deve sospettare una FM.
Per coloro che ne hanno la possibilità è consigliata l’attività motoria in acqua termale, che aiuta molto a rilassare la muscolatura.
Anche l’alimentazione svolge un ruolo fondamentale nella gestione della patologia: dare la preferenza agli alimenti con elevato apporto di acidi grassi omega-6 ed omega-3 ed integrare la dieta abituale con cibi ricchi di bioflavonoidi (limone, uva, prugne, pompelmo, albicocche, ciliegie, more, bacche della rosa canina e grano saraceno) , di beta-carotene (nespole, anguria, melone, frutti di bosco, fragole, papaia, mango, asparagi, broccoli, carote, cavolo, lattuga, indivia, spinaci, zucca gialla, patate dolci americane), di vitamina C (agrumi e kiwy) e di vitamina E (semi oleosi, cereali, frutta secca).
Aumentare il consumo di rame, selenio e zinco, privilegiando fegato, molluschi, avocado, noci, arachidi, nocciole, germe di grano, cacao, miele, funghi , cereali integrali (in particolare la pasta), ortaggi a foglia verde, tonno, salmone, acciughe, tuorlo d’uovo, lievito di birra, cipolla, cetrioli, sedano, carne di tacchino, legumi, semi di sesamo e di girasole, lecitina di soia, sciroppo d’acero e stevia come dolcificante.

Da evitare o se proprio non ce la si fa almeno limitare l’apporto di cibi a base di farine raffinate, i fritti, lo zucchero e gli alimenti che li contengono. Evitare il consumo di carni provenienti da animali da allevamento e alimentati con mangimi industriali, caffè e the nero, piatti pronti dei fast-food, prodotti industriali addizionati con additivi e/o contenenti acidi grassi trans, in quanto possono compromettere le funzioni del sistema immunitario e di conseguenza rendere il paziente più vulnerabile agli attacchi di germi patogeni.

L’integrazione alimentare si basa sul complesso delle vitamine del gruppo B, magnesio, triptofano, vitamina C, potassio, rame e calcio (consigliabile, il calcio, 1 g al giorno in un’unica soluzione al mattino prima di colazione) , zinco (anch’esso in unica soluzione prima di colazione e comunque sempre lontano dalla vitamina C in quanto ne ostacola l’assorbimento) e lecitina di soia pura .
La fitoterapia viene in soccorso al dolore con l’Artiglio del Diavolo (Harpagophytum procumbens), sotto forma di estratto secco , in compresse gastroresistenti nella dose di 4,5 grammi al giorno suddivisi in tre volte dopo i pasti. E’ basilare seguire il trattamento almeno per 3 settimane consecutive, fermarsi per 10 giorni e rifare un ulteriore ciclo di 3 settimane. Trattandosi di un principio farmacologicamente attivo deve sempre essere assunto sotto controllo medico in quanto è controindicato in caso di ulcera gastrica o duodenale od in pazienti con disturbi alla colecisti. NON deve mai essere somministrato in gravidanza poiché stimola le contrazioni uterine. Può anche essere assunto al bisogno in un’unica dose di 3 grammi, con un bicchiere di latte di riso addizionato con calcio.
Per alleviare gli spasmi muscolari , può essere invece utilizzato l’estratto fluido di Biancospino (Crataegus oxycantha) , lontano dai pasti ed alla posologia che stabilità il medico sulla base del peso e delle condizioni generali del paziente. La terapia va protratta senza interruzioni per almeno 2 mesi ma è importante tenere presente che il preparato potenzia (e non poco) l’azione dei farmaci digitalici e dei beta-bloccanti. NON somministare mai nei pazienti affetti da ipotensione.
Utilissima sia per i disturbi del sonno che per il dolore l’assunzione di Melatonina ai dosaggi personalizzati che valuterà il curante.
Quando il disturbo si manifesta nei pazienti che soffrono di ansia, insonnia e cefalea, può essere utilizzata l’Arancia amara (Citrus amara), sotto forma di estratto fluido, lontano dai pasti privilegiando l’assunzione alle ore 18.00 e un’ora prima di coricarsi.
Molti pazienti hanno riscontrato notevoli miglioramenti (anche nettamente superiori rispetto a quelli provati con i farmaci "tradizionali") con l'uso terapeutico di marijuana, grazie ai suoi effetti analgesici, miorilassanti, antidepressivi, ansiolitici ed alla migliore qualità del sonno. Sono inoltre da notare i generalmente minori effetti collaterali, l'assenza di dipendenza fisica e la ridotta tolleranza sviluppata anche dopo prolungati periodi d'uso rispetto agli antidepressivi.
I cortisonici un tempo usati con facilità, sono controindicati.

Dr. Angelo Carli - Fitoterapeuta ed Omeopata.

 

 

 

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