L’Endoscopia Vertebrale – Una nuova metodica Mini-Invasiva per il trattamento delle Ernie e di molte altre patologie della Colonna

Cos’è?

Per “Endoscopia Vertebrale” (o Spinale o della Colonna) si intende l’utilizzo di un sistema di telecamera e strumenti miniaturizzati, introdotti con un piccolo accesso (incisione) di pochi millimetri ed utilizzati per eseguire manovre chirurgiche sulla colonna vertebrale.

La metodica originariamente è nata negli anni ’90,  con l’affermarsi della consapevolezza che il futuro della chirurgia ortopedica risieda nella riduzione dell’invasività, ovvero minori complicanze e applicabilità anche in età avanzata delle tecniche (con una popolazione che invecchia sempre di più). Una delle prime “rivoluzioni” di approccio mini-invasivo è stata l’artroscopia di ginocchio, un sistema di telecamere utilizzato nel ginocchio per rimuovere solo la parte lesionata del menisco, al posto di un intervento molto distruttivo utilizzato in precedenza (la meniscectomia totale in artrotomia). Questa “rivoluzione” è diventata popolarissima anche per i primi resoconti giornalistici di guarigione di famosi calciatori, nei quali la lesione del menisco rappresentava per lo più la fine della carriera prima dell’avvento dell’artroscopia.

Perché è importante?

L’Endoscopia della Colonna presenta delle analogie con le metodiche artroscopiche, ma va ad affrontare un problema più cogente ancora in medicina, dal momento che:

- la patologia della colonna ha una diffusione estrema, basti pensare che riguarda quasi il 40% delle persone considerato l’arco intero della vita

- la terapia chirurgica disponibile fino ad oggi è gravata da complicanze importanti, soprattutto da un severo tasso di recidiva (“failed back surgery”, il male torna per la compressione delle cicatrici sui tessuti nervosi) ed è molto impegnativa fisicamente

Qual è la novità?

L’introduzione dell’Endoscopia Vertebrale è stata nei primi anni frenata da limiti tecnologici che condizionavano le possibili indicazioni: inizialmente infatti non era possibile accedere alle strutture della colonna se non passando attraverso il disco intervertebrale, limitando così le indicazioni ad alcuni tipi di ernia (sottolegamentose, contenute). Dopo il 2010 (2013 in Italia) è stato possibile allargare queste indicazioni per le seguenti ragioni:

- la tecnologia ha prodotto sistemi maggiormente miniaturizzati

- l’investimento in ricerca si è tradotto, grazie a questi sistemi, nello sviluppo di nuove vie d’accesso, quale quella transforaminale, attraverso il forame da cui fuoriescono le radici (in seguito anche da altre vie ancora, come quella interlaminare utilizzata anche per le peridurali)

- la metodica del controllo videofluoroscopico (con una radiografia intraoperatoria) contemporaneo al posizionamento degli strumenti ha completato una delle più sofisticate metodiche comparse negli ultimi anni 

Cosa posso trattare?

Sono stati sviluppati anche innovativi strumenti chirurgici miniaturizzati che hanno consentito di affrontare le più disparate situazioni:

- pinze ed altri strumenti per la rimozione di frammenti di ernia e tessuti molli (legamenti ipertrofici ecc)

- frese per allargare il forame o il canale midollare, rimuovendo osso; in tale modo è anche possibile rimuovere osteofiti

- sonda a radiofrequenze per coagulare vasi, interrompere il sanguinamento e riparare brecce del disco

Dunque ogni tipo di ernia discale ma anche stenosi foraminale e canale stretto possono essere affrontate con la metodica, ovvero frequenti cause di lombalgia e cervicalgia con coinvolgimento del tessuto nervoso (radici spinali). 

Quali sono i risultati?

Circa 50.000 interventi sono stati fatti ad oggi nel mondo (soprattutto in Stati Uniti e Germania) ed i primi report compaiono in letteratura scientifica, indicando un ottimo tasso di successo, ma soprattutto confermando la bassa invasività della metodica. La tecnica è stata introdotta in Piemonte e Lombardia dal 2013 dal dott. Caldo.

Nuove applicazioni sono in sviluppo e nuove indicazioni si aggiungono sempre, ad esempio molto recentemente la possibilità di eseguire artrodesi dei corpi vertebrali attraverso cage (gabbie di sintesi) inserite per via endoscopica.

Dott. Davide Caldo

Specialista in Ortopedia

Chirurgia Mini-Invasiva ed Endoscopica Vertebrale

 
 

 
 
 

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